Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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2 novembre 2019

Saluto del (nuovo)PCI ai compagni che partecipano al dibattito sugli insegnamenti del Biennio Rosso promosso c/o l’associazione Dinamo Granma dalla Sezione di Roma del P.CARC

 

 

Cari compagni,

a noi membri del (nuovo)Partito comunista italiano sarebbe dispiaciuto non far giungere il nostro saluto a voi che partecipate a questo dibattito. Per questo siamo grati ai membri della Sezione di Roma del P.CARC che hanno accettato la nostra richiesta di leggervelo.

Infatti il Biennio Rosso figura ripetutamente nel Manifesto Programma del nostro partito, né poteva essere diversamente. Lo studio degli eventi degli anni 1919-1920 ha molto contribuito a far comprendere ai fondatori del (nuovo)PCI la forma che i comunisti devono dare alla rivoluzione socialista per portarla alla vittoria, all’instaurazione del socialismo. Oggi in Italia la questione della forma che bisogna dare alla rivoluzione socialista nei paesi imperialisti in generale e in Italia in particolare perché porti all’instaurazione del socialismo, è ancora una questione senza risposta per molti compagni che pure sinceramente aspirano al comunismo. Molto diffusi sono il malcontento, l’insofferenza, la resistenza e la rivolta contro il catastrofico corso delle cose che la borghesia e il suo clero impongono alle masse popolari. Roma è una mostra concentrata del risultato infausto della collaborazione della borghesia e del suo clero, che ha il suo centro mondiale proprio nel Vaticano creato nel 1929 da Mussolini, dopo che con l’appoggio determinante della gerarchia cattolica aveva soffocato la resistenza delle masse popolari che era dilagata nel Biennio Rosso.

Compagni, io vi esorto a trarre dal Biennio Rosso proprio la lezione che quegli eventi forniscono a proposito della forma che noi comunisti dobbiamo dare alla rivoluzione socialista.

Chi dei comunisti che operano nel nostro paese ha dato e dà una risposta chiara e netta alla domanda di perché il vecchio PCI, che lottando eroicamente contro il fascismo sotto la direzione dell’Internazionale Comunista di Lenin e di Stalin era diventato grande e forte, non ha instaurato il socialismo in Italia, ha mostrato di essere impotente come nel Biennio Rosso lo era stato il vecchio PSI ? Come contano di arrivare a instaurare il socialismo?

Il Biennio Rosso, come più tardi la Resistenza e poi gli anni ’70 dei Consigli di Fabbrica e delle Brigate Rosse, mostrano chiaramente a chi ne studia l’esperienza positiva e il fallimento, come ce lo mostra anche l’esperienza dei partiti comunisti che hanno cercato di fare la rivoluzione socialista negli altri paesi imperialisti, che è sbagliato

1. sia concepire la rivoluzione socialista come un evento che scoppia, come una rivolta generale di masse mobilitate dall’opera di vari organismi politici tra cui il partito comunista, sindacali e d’altro genere, un evento di cui il partito comunista, l’organismo dotato di una comprensione più avanzata delle condizioni, forme e risultati della lotta di classe, approfitta per prendere il potere, instaurare il proprio governo e la connessa pubblica amministrazione che soppiantano quelli borghesi,

2. sia concepire la rivoluzione socialista come un’insurrezione decisa dal partito comunista che dispone di forze rivoluzionarie, militari e affini, operanti ai suoi ordini e che conta di trascinare grazie all’azione di esse le masse e di instaurare un suo governo e la connessa amministrazione pubblica che rimpiazzano quelli borghesi.

Alla rivoluzione socialista, per portarla alla vittoria, i comunisti devono dare la forma conforme alla sua natura, la forma di una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata promossa dal partito comunista, non importa quanto grande esso è  all’inizio della sua opera. L’importante è che esso si basi sulla scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la storia, la concezione comunista del mondo che oggi è il marxismo-leninismo-maoismo e che aggreghi attorno a sé le forze rivoluzionarie che via via forma tra le masse popolari rafforzando la resistenza che esse spontaneamente oppongono al corso delle cose. Il partito deve formare a diventare dirigenti e promotori della rivoluzione tutti quelli che via via diventano disposti ad impararlo. Deve impegnare tutte le forze di cui via via dispone per rafforzare la resistenza che le masse popolari oppongono alla borghesia, a partire dai proletari avanzati aggregati nelle aziende capitaliste e pubbliche: deve spingerli a organizzarsi per difendere il loro posto di lavoro e i loro diritti prevenendo l’iniziativa del padrone, a estendere l’influenza dei loro organismi sul resto delle masse popolari fuori dalle aziende, a coordinarsi con gli organismi che in altre aziende e località svolgono la stessa funzione, ad assumere il ruolo di nuove autorità pubbliche che dirigono la resistenza delle masse popolari non ancora organizzate e contendono il terreno alle autorità borghesi e ai capitalisti e contemporaneamente infiltrano e indeboliscono il sistema politico borghese fino a diventare abbastanza forti da costituire il governo del paese e creare una propria pubblica amministrazione.

Questa è a grandi linee la forma che dobbiamo dare alla rivoluzione socialista perché arrivi a instaurare il socialismo. Quelli che si accontentano di diventare grandi e forti organizzando lotte rivendicative e proteste e partecipando alle procedure e istituzioni della democrazia borghese, in attesa che la rivoluzione scoppi, sono impotenti a instaurare il socialismo anche quando per un concorso di circostanze la ribellione delle masse popolari si estende su larga scala. Questo ci mostra il Biennio Rosso, come più tardi lo mostrarono la Resistenza e poi le vicende dell’Autunno Caldo con i Consigli di Fabbrica e la Lotta Armata degli anni ’70.

Noi chiediamo a ogni compagno di impegnarsi a ricavare dallo studio del Biennio Rosso, come più in generale dallo studio dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione socialista (1917-1976), lezioni su come condurre alla vittoria la rivoluzione socialista, perché instaurare il socialismo è la sola via per mettere fine al corso catastrofico delle cose.

E questo è il compito di noi comunisti.

In questo spirito auguro pieno successo al dibattito!

Avanti compagni! Possiamo vincere! Vinceremo!

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI.